de/di Clara Janés
(trad. Marcela Filippi)
Todo es de polvo, soledad y ausencia.
Todo es de niebla, oscuridad y miedo.
Todo es de aire, balanceo inútil,
sobre la tierra.
Manos vacías que acarician viento,
ojos que miran sin saberse ciegos,
pies que caminan sobre el mismo trecho
siempre de nuevo.
Vemos sin ver y en la tiniebla estamos.
Somos y somos lo que no sabemos.
Hay en nosotros de la llama viva
solo un reflejo.
Caen los días en otoño eterno.
Pasan las cosas entre sueño y sueño.
Llega la noche de la muerte. Y calla
nuestro silencio.
FUGACITÀ DI CIÒ CHE È TERRENO
Tutto è di polvere, solitudine e assenza.
Tutto è di nebbia, oscurità e paura.
Tutto è d’aria, inutile oscillazione,
sulla terra.
Mani vuote che accarezzano il vento,
occhi che guardano senza sapere d’essere ciechi,
piedi che percorrono lo stesso tratto
sempre di nuovo.
Vediamo senza vedere e ci troviamo nella tenebre.
Siamo e siamo ciò che non sappiamo.
C’è in noi della fiamma viva
solo un riflesso.
Cadono i giorni in eterno autunno.
Le cose accadono tra sogno e sogno.
Arriva la notte della morte. E tace
il nostro silenzio.
(De Resonancias. Antología poética, 1964-2022. Catrdra Letras Hispánicas, 2022)